Ottavio Gabriel Sorrentino – Premio Legami

Puoi raccontarci come è nata la tua passione per il vino? Come mai dalla passione ti sei lasciato coinvolgere in una avventura così impegnativa come il PWF?
Nasce a 3-4 anni, i miei nonni erano originari di un paesino piccolo Rocca d’Aspide in provincia di Salerno. Noi abitavamo a Salerno ma quando c’era da fare il vino e lo si imbottigliava si andava tutti lì, senza contare che gli altri nonni erano di Gragnao dove il vino si respira da sempre. Quindi il vino l’ho sempre respirato in famiglia…

Come hai conosciuto Angelo Zarra e gli altri cofondatori…
Quanto al PWF sono stati i miei amici Francesco Balbi e Angelo Zarra a propormelo e dopo pochi secondi mi sono innamorato dal progetto visionario e lungimirante e avevo anche la presunzione di essere la persona giusta ad aiutarli. Angelo non lo conosco da tanto ma è una di quelle persone che dopo una prima impressione non positiva dopo qualche giorno ti rendi conto che è speciale, mi pareva chiuso e schivo a tratti superbo. Per fortuna mi sono ricreduto! Persona umile, grande lavoratore, grandi idee, a quarant’anni ora è un vero imprenditore e lo accetto in tutti i suoi pregi e difetti. Oggi questa è la nostra forza per lavorare insieme.

Come legista del PWF quali sono le sfide maggiori che ti sei trovato ad affrontate? E’ vero che al sud organizzare certe manifestazioni è più complicato o è un luogo comune come altri?
Organizzare eventi al sud trovi difficoltà sia per fattori esogeni che endogeni, di qualsiasi tipo al pari di altri luoghi e ovviamente di più. Per esempio le amministrazioni comunali sono più rigide e meno abituate a collaborare con il privato. Invece altre realtà imprenditoriali hanno capito subito che de-stagionalizzare il turismo a Paestum è importante ma soprattutto offre un ritorno economico importante e interessante. Cerchiamo di organizzare nuovi contatti, nuove collaborazioni e momenti di business condivisi che poi è quello che manca spesso a queste latitudini.

La logistica del vino che futuro avrà in un futuro con l’intelligenza artificiale minaccia o permette di cambiare molto alcuni lavori?
Tante informazioni e tanti argomenti su questo tema, se ne sentono di tutti i colori e non si capiscono bene le conseguenze a breve e lungo termine. Già ora in termini di marketing, business e logistica stessa finiranno per essere completamnte cambiate dalla AI, quasi sicuramente in una efficienza migliore e meno condizionata dagli umani.

Uno degli argomenti del giorno sono le fiere del vino internazionali: quale sarà il futuro delle fiere ?  In che modo un festival particolare come il Paestum Wine Fest può creare opportunità e business nel settore?  
Forse le grandi sono in crisi ma di certo c’è sempre più spazio per le fiere locali come PWF, mi piace definirlo “Paestum wine destination”, si sta creando turismo per i winelovers per godere di clima particolare primaverile e quasi estivo, si coglie la tanta voglia di fare, di iniziare la stagione, il momento bello delle fiere business fatta da uomini che cercaano di fare collaborazione al meglio per la stagione in arrivo.  Ma appunto la cosa bella qui è la commistione con i Winelover che portano la loro curiosità ed entusiasmo insieme ad aziende ed operatori creando un clima di entusiasmo che in fiere più grandi si fa fatica a percepire.

Per quale motivo pensi  che il PWF sia diverso dagli altri e cosa vorresti vedere nelle prossime edizioni?

E’ molto diverso, a tratti non lo definirei una fiera, non lo metterei a confronto con eventi simili. E’ l’evento più grande del Centro Sud ma non vogliamo puntare su dimensioni e numeri che comunque abbiamo ma proprio per lo spirito e le idee che qui circolano. Personaggi e persone che non hanno mai considerato il sud e ora si stanno ricredendo poco a poco.