Villa Corniole: viticoltura eroica dall’anima spumantistica

Villa Corniole: viticoltura eroica dall’anima spumantistica

L’azienda guidata da Maddalena Nardin e Onorio Pellegrini con le tre figlie ha vigneti in Val di Cembra e sulla piana Rotaliana

A Verla nel comune di Giovo la famiglia Pellegrini, che da generazioni coltiva uve, da oltre 20 anni ha intrapreso la strada della vinificazione, dando vita a Villa Corniole. Carattere, territorio, corretto rapporto uomo/natura, pathos: sembrano i termini più appropriati per descrivere i vini un’azienda a conduzione familiare nella quale tutto è passione.

Il marchio dell’azienda è un corniolo, stilizzato, cioè un albero da frutto tipico della Valle che origina delle piccole bacche rosse ed è utilizzato, oggi come in passato, per la produzione di sciroppi, confetture, ovvero aggiunto a distillati e grappe.

Dei 10 ettari di proprietà (oltre a un’altra piccola parte in affitto, gestita sempre dalla famiglia), 7 sono dedicati al müller thurgau, concentrati in Val di Cembra insieme a gewztraminer, chardonnay e recentemente pinot nero. “Qui la viticultura è eroica perché ci sono condizioni estreme. L’altitudine arriva oltre i 600 metri slm e ci vuole il doppio e anche il triplo del tempo per produrre uva rispetto ad un vigneto di pianura”, dice Maddalena Nardin, direttore commerciale dell’azienda che guida l’azienda assieme al marito Onorio Pellegrini e alle tre figlie.

“Inoltre, in linea con il percorso di valorizzazione dell’anima spumantistica della nostra azienda, vista vocazione del territorio per questo tipo di produzione che regala prodotti di grande qualità e verticalità, con spiccate acidità, intendiamo ampliare ancora di più la nostra offerta di bollicine di montagna. Stiamo infatti lavorando ad un metodo classico di lungo affinamento: una grande selezione di dosaggio zero 100% Chardonnay, che uscirà fra un qualche anno in edizione limitata, massimo 500 bottiglie. Un prodotto di grandissima qualità, che dimostrerà il potenziale di invecchiamento degli spumanti ottenuti da uve prodotte sul terreno calcareo della zona di Giovo, in Valle di Cembra, dove abbiamo gran parte dei nostri vigneti. La novità andrà dunque ad arricchire la nostra linea di spumanti Salísa, dedicata sin dal nome alle nostre tre figlie Sara, Linda e Sabina, che hanno fortemente creduto in questo progetto convincendo me e mio marito ad abbracciarlo nel 2009. Una proposta attualmente composta da Brut 100% Chardonnay, Zero 100% Chardonnay e Rosè Extrabrut 100% Pinot Nero, lanciata da un paio di anni e già tra le preferenze dei nostri più affezionati clienti” racconta Maddalena Nardin

A fondovalle invece, nella Piana Rotaliana, luogo che Cesare Battisti definì “il giardino vitato più bello d’Europa”, il terreno, limoso-sabbioso, poco profondo e di buona fertilità è dedicato a pinot grigio, lagrein, ma soprattutto al toreldego, l’uva rossa più importante del Trentino.

“Enfatizziamo al massimo la biodiversità – evidenzia l’enologo dell’azienda Mattia Clementi – prendendoci cura del terreno e mantenendo un atteggiamento di salvaguardia dell’ambiente, nei limiti del possibile. Siamo certi che un vino buono non può che nascere in un ambiente naturale integro, dove la natura è lasciata libera di operare rispettando le sue leggi”.

Salisa – Trento Doc zero vendemmia 2016 / sboccatura 2020

Uvaggio: 100% chardonnay

Fermentazione e affinamento 83% in acciaio e 17% barrique, 40 mesi sui lieviti

Giallo paglierino tendente al dorato, spuma esuberante e perlage continuo e fine. Al naso il frutto è maturo, di pesca bianca e nespola, leggero smoky dovuto al passaggio in legno e pietra focaia. In bocca si sente la struttura del vino, ma resta croccante con una spiccata freschezza. Beva duratura. La nota di autolisi e affumicatura lo rende molto interessante.

Salisa – Trento Doc brut vendemmia 2017 / sboccatura 2021

Uvaggio: 100% chardonnay

Vinificazione: in acciaio, 10% affinamento in tonneaux, 3 anni sui lieviti

L’uva, raccolta con una maturità più avanzata, conferisce sentori di frutta un po’ più piena, consentendo di ridurre al massimo l’aggiunta di zuccheri, circa il 3/4g. Pare più dosato, ma è sinuoso al palato con nerbo ed energia. Giallo paglierino, spuma esuberante e perlage abbastanza fine. I profumi sono all’insegna della fragranza, della freschezza, con mela gialla e fiori bianchi in evidenza, leggeri tocchi di mandorla, una bella nota salata e pietrosa che sarà poi il carattere distintivo anche al gusto che segnerà il finale mediamente lungo e incisivo, di bella tensione e dinamismo.

Salisa – Trento Doc Rosè Extrabrut

Uvaggio: 80% pinot nero, 20% chardonnay vendemmia 2019 / sboccata 2023

Vinificazione: in acciaio con successivo imbottigliamento per presa di spuma e maturazione di oltre 30 mesi sui lieviti.

Rosa antico brillante con catenelle armoniose e durevoli. Profumi molto freschi e veriegati di frutti di bosco, rosa, fragoline. La bocca si esprime con freschezza e sapidità in sublime sintonia, armonizzate da carezzevole abbraccio dell’effervescenza.