QUICK INTERVIEWS: NEWS FROM THE WINE WORLD – Antonella AMODIO

Giornalista, sommelier e appassionata di cucina e di vino tanto da farne il lavoro della sua vita. Penna dinamica e sagace di pubblicazioni e testate di settore, caratteristiche che mette in pratica anche con la sua più grande passione, la corsa.
Assennata conoscitrice dell’arte a tavola, dall’alta ristorazione alla tradizione della pizza, senza mai dimenticare il perfetto abbinamento da consigliare, proponendo le migliori produzioni del vino italiano.
Per la XIII edizione del Salone del Centro e del Sud italia protagonista al Next Ex Tabacchificio Antonella Amodio è Southern Italy Wine Specialist.

Comunicazione e business: quale la combinazione di marketing per le aziende che vogliono presentarsi ai mercati nazionali e internazionali?

Domanda difficile da sintetizzare in poche righe: ci provo. La combinazione di marketing per le aziende che desiderano mirare a mercati nostrani e internazionali dipende da diversi fattori, tra cui il target di riferimento e gli obiettivi aziendali. Intanto è fondamentale creare un’identità di brand forte e coerente e con un tono di comunicazione che rispecchino i valori e l’immagine della cantina. Un adattamento culturale identitario che tiene conto delle esigenze, dei desideri e delle scelte dei potenziali clienti, senza però snaturalizzarsi.

 

In clima di feste, le bollicine non devono mancare. Il Sud come risponde agli spumanti?

 

Storicamente al Sud si sono sempre prodotti gli spumanti, basti pensare al primo metodo classico prodotto con l’Asprinio d’Aversa alla corte degli Angioini che regnavano sulla città di Napoli e dell’Italia, e poi nel 1926 fu presentato dalle Cantine Di Marzo il metodo classico a base di uve greco. Questo è per dire che è nel dna dei meridionali la spumantistica, ed oggi c’è una grande attenzione a produrre bollicine con uve autoctone e biotipi locale che solleticano l’interesse da parte dei consumatori con un trend decisamente in crescita di anno in anno.

 

Vini del Sud in Italia e all’estero, come rispondono i consumatori alle produzioni autoctone?

L’attenzione alla salvaguardia dell’autoctono è qualcosa di straordinario che si ripercuote sui consumatori perché sono sempre più consapevoli dell’importanza di sostenere le produzioni locali e di valorizzare le tradizioni enologiche territoriali. All’estero in particolare, i vini da uve autoctone del sud Italia guadagnano sempre più popolarità, perché sono attratti dalla diversità, dall’originalità e dal legami con una parte dell’Italia che esprime e racconta radici e bellezze enogastronomiche che si legano indissolubilmente all’arte. Poi, cosa non secondaria, rappresentano un ottimo rapporto qualità/prezzo, il che li rende più appetibili.

 

Quali sono i dieci vini del Sud 2024 selezionati per noi da Antonella Amodio?

Inizio dalla Sicilia, con Nozze d’Oro 2020 Tasca D’Almerita, un grande classico di un fascino incredibile. Resto ancora nell’isola, con Luci Luci Etna Bianco 2018 di Al Cantara, una cantina sartoriale. Leukò 2022 ‘A Vita, un interessante incontro di gaglioppo e di greco bianco. Contradae, Vesuvio Bacon 2020 di Casa Setaro, un blend di uve autoctone, ed infine Vittorio Greco di Tufo Riserva 2008, l’espressione della longevità del bianco campano. Per i rossi suggerisco l’eleganza dei vini del Salice Salentino, con il Rosso Riserva 2011 Cosimo Taurino, e il Cirò Rosso Classico Superiore 2019 Cataldo Calabretta. L’austerità del Falerno del Messico Rosso Vigna Cammarato 2016 Villa Matilde Avallone, il Nireo 2019 Abbazia di Crapolla, un originale pinot nero coltivato in costiera sorrentina e  il salmastro e marino Tenuta Monte Zunta 2019 Tommasone Vini dell’isola di Ischia.