PAESTUM WINE FEST
Feudi Crocifissi: un racconto di terra, memoria e visione
di LUCIA I. MIGLIACCIO
Ci sono luoghi in cui la terra parla, sussurra storie antiche e chiama a sé chi ha l’animo disposto ad ascoltarla. È da uno di questi luoghi, San Cipriano Picentino – crocevia di mare e monti, di luce e memoria – che nasce Feudi Crocifissi: una giovane cantina che ha scelto di intrecciare passato e futuro in un’unica, intensa narrazione.
Dietro il vino, una voce; dietro ogni scelta, un gesto di rispetto per la terra, per le radici familiari, per il tempo lento della vigna. Con “Volume 1”, un Fiano IGT che è insieme inizio e promessa, Feudi Crocifissi apre il primo capitolo di una storia fatta di autenticità, visione e profondissimo legame con il territorio.
Abbiamo incontrato Francesca Corradino, una delle anime del progetto, per farci raccontare com’è nato tutto, cosa lo ispira e quale futuro sogna di costruire – vendemmia dopo vendemmia.
Feudi Crocifissi è una realtà giovane ma già carica di carattere: com’è nato questo progetto e cosa lo ha acceso davvero?
“Il progetto nasce da un’idea semplice ma profondamente radicata: restituire valore al nostro territorio attraverso il vino, raccontando una storia che partisse dalla famiglia. Siamo giovani, sì, ma abbiamo visione e rispetto per la tradizione. Feudi Crocifissi nasce così: da un’intuizione, dal legame con le nostre radici e dalla volontà di creare qualcosa di sincero e duraturo“.
San Cipriano Picentino è un territorio ricco di storia e suggestioni. Perché avete scelto proprio questo luogo per mettere radici?
“San Cipriano Picentino è un crocevia straordinario: da una parte il respiro del mare, dall’altra la solidità dei monti avellinesi. È un territorio che parla da solo, ricco di biodiversità, storia contadina e suggestioni culturali. Non potevamo immaginare un luogo migliore dove iniziare il nostro percorso: è una terra viva, generosa, che sa farsi ascoltare“.
Il nome “Feudi Crocifissi” ha un suono antico e solenne: qual è la storia che si cela dietro?
“Il nome Feudi Crocifissi racchiude in sé l’anima e la storia del nostro territorio. Il termine “Feudi” richiama le antiche terre nobiliari, simbolo di un legame profondo con la tradizione agricola e vitivinicola; “Crocifissi”, invece, è un riferimento a una piccola contrada locale. Il nome, quindi, nasce dal desiderio di onorare la terra da cui proveniamo unendo storia, cultura e identità in un’unica espressione”.
Il vostro primo vino si chiama VOLUME 1: è solo un inizio? Cosa volete raccontare con questo “primo capitolo”?
“Volume 1 è il primo capitolo del nostro racconto enologico. È la nostra dichiarazione d’intenti: un vino bianco che nasce con l’obiettivo di esprimere, nella sua essenza più pura, la forza e l’identità del nostro terroir. Nei prossimi mesi presenteremo Atto 1, il nostro primo rosso, un blend di Sangiovese e Aglianico che rappresenta una nuova svolta nel nostro percorso narrativo. Ogni vino che creiamo è un frammento di una storia più grande: ogni bottiglia è una voce che parla del nostro legame con la terra e della nostra visione”.
Perché avete scelto proprio un Fiano IGT come debutto? Cosa vi affascina di questo vitigno?
“Il Fiano è un vitigno affascinante, autentico, con una grande capacità di esprimere il territorio. Ci affascina la sua eleganza naturale, la sua struttura, la freschezza che riesce a mantenere anche nelle annate più calde. Era il modo perfetto per iniziare a raccontarci“.
Chi assaggia VOLUME 1 per la prima volta, cosa dovrebbe aspettarsi? E cosa, invece, sperate lo sorprenda?
“Chi lo assaggia può aspettarsi un vino pulito, con note fruttate, floreali e una mineralità tipica del nostro suolo. Quello che speriamo sorprenda è la sua profondità: è un vino che ha un’anima, che evolve nel bicchiere, che parla del nostro modo di lavorare. E che fa venire voglia di scoprire cosa c’è dopo“.
La vostra produzione segue una filosofia particolare, magari ispirata alla sostenibilità o all’artigianalità?
“Sì, la nostra azienda agricola segue una filosofia produttiva ispirata al rispetto per l’ambiente e alla valorizzazione del territorio. Sebbene pratichiamo un’agricoltura convenzionale, adottiamo tecniche a basso impatto ambientale che ci permettono di coltivare la vite in modo responsabile e sostenibile”.
Cosa significa oggi, nel 2025, essere una giovane cantina che vuole farsi ascoltare in un panorama così competitivo?
“Significa essere coraggiosi ma anche coerenti. Il mercato è affollato, certo, ma c’è spazio per chi ha qualcosa da raccontare. Per noi il segreto non è inseguire le mode ma costruire un’identità forte. E poi ascoltare la terra, fare vini che siano sinceri, riconoscibili. Il resto viene da sé”.
Se poteste descrivere Feudi Crocifissi con tre parole soltanto, quali usereste oggi, guardando al futuro?
“Radicati, Autentici, Visionari”.
