Villa Raiano si presenta al mondo del vino come un’eccellenza irpina nella viticoltura biologica certificata. Nel suggestivo paesaggio di San Michele di Serino, in provincia di Avellino, si erge Villa Raiano, fondata nel 1996 dalla famiglia Basso. L’antico opificio dell’oleificio di famiglia è stato restaurato per dare vita alla tenuta, dimora dell’attuale cantina costruita nel 2009, immersa in un quadro naturale di biodiversità, tra vigneti e boschi di castagni.
Estendendosi su circa 27 ettari di terreno, Villa Raiano abbraccia una varietà di contesti pedologici, microclimatici e altimetrici che riflettono la straordinaria diversità del territorio irpino. I suoli, che variano tra argillosi, calcarei e sabbiosi, ospitano vitigni tradizionali dell’Irpinia: fiano, greco, falanghina e aglianico, coltivati secondo i rigidi standard dell’agricoltura biologica certificata.
Come descriveresti in 3 aggettivi la tua azienda vitivinicola? (aggettivi da motivare con una breve descrizione)
“Territoriale” perché abbiamo sempre avuto un focus sui prodotti del territorio, quindi Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi e Aglianico. La nostra comunicazione è concentrata sul territorio, tant’è che parliamo spesso di Irpinia, non di Villa Raiano.
“Tecnologica” in quanto abbiamo avviato degli investimenti dal duemilanove che continuano e continueranno anche nei prossimi anni per offrire un prodotto che sia il risultato quanto più possibile di una serie di processi tecnologici volti a un concetto di alta qualità.
“Tradizionalista” che è certamente un ossimoro rispetto a tecnologico ma vogliamo comunque continuare a mantenere la cultura, la tradizione e la produzione vitivinicola nel contesto territoriale”.
Quali le aspettative di un festival dedicato al business?
“Per noi la comunicazione è sempre stata molto importante ma spesso ci siamo trovati a partecipare a eventi e attività che non concentrano la comunicazione su quelli che sono gli argomenti che noi vogliamo trattare. Con il PWF invece ci siamo subito resi conto che l’evento è fatto in una maniera tale che tutte le cantine possono e riescono a comunicare ciò che per ognuna è davvero importante. Una sorta di abito su misura che consente di trasmettere il proprio valore e cultura aziendale”.
Cosa presenterai al banco Paestum Wine Fest 2024 e perché?
“Sicuramente Alimata Fiano di Avellino perché è il più esemplificativo del progetto di zonazione che portiamo avanti con decisione”.