Sulle colline dei Monti Caiatini, prende vita il sogno di Michele Alois, custode appassionato di un terroir straordinario ancora oggi tutelato e custodito dalla sua famiglia, eredi di una storia senza tempo. I filari della cantina si rincorrono sull’altopiano di nove ettari, territorio vocato alla viticoltura di questa parte della provincia di Caserta, dove Michele ha trasformato il suo più segreto desiderio nel cassetto in un’azienda che porta in sé tradizione e valori familiari. Un impegno incessante che dà vita anche ad un progetto speciale: le prime bottiglie dei suoi cru aziendali prodotti dopo tre decenni di impegno instancabile. L’antico vigneto autoctono di Casavecchia, innestato con audacia e amore, si erge a testimonianza di una scommessa vinta, di un’identità territoriale, che con il Pallagrello, vinificato in bianco e in rosso, rappresentano il valore identitario della viticoltura dell’Alta Campania.
- Come descriveresti in 3 aggettivi la tua azienda vitivinicola?
“Al posto di 3 aggettivi ho scelto 3 sostantivi: Ambiente! Ambiente! Ambiente! Ambiente come sinonimo di suolo: siamo sempre alla ricerca dei suoli migliori, della zone migliori, delle particelle migliori per dar vita alla selezione e individuazione di cru vitivinicoli per noi e per gli altri viticoltori. Ambiente come sinonimo di territorio da preservare e bonificare dalle cartacce e dalla mancanza di decoro urbano. Ambiente sinonimo di cultura aziendale, cultura lavorativa, cultura associativa da diffondere a macchia d’olio sul proprio tessuto produttivo locale per rappresentarlo e diffonderlo tutti insieme al di fuori dei propri confini”
2.Quali le aspettative di un festival dedicato al business?
“Sono ormai troppi gli eventi rivolti alla sola promozione. Che si riesca a trasferire anche una connotazione mercantile ad un evento promozionale ha un valore inestimabile”
- Cosa presenterai al banco Paestum Wine Fest 2024 e perché?
“Presenteremo le nuove annate di Pallagrello e i cru aziendali in anteprima”