PAESTUM WINE FEST

Nella letteratura di Roberto Parodi vino, parole e oltre confine: l'intervista all'ultimo dandy contemporaneo

di Valentina Taccone

Nelle rotte di Roberto Parodi ci sono certamente scrittura, prestigiose etichette e viaggi. La sua più grande eredità ricevuta, certamente, è la passione per il vino dal nonno, produttore di vini e distillati nel Monferrato. La comunicazione il suo pane quotidiano ma, per questa volta, si racconta in una maniera esclusiva, nella cifra stilistica dell’unico e solo Roberto Parodi.
Un percorso professionale che inizia come ingegnere e dirigente in ambito bancario. Poi arriva una sterzata importante e scrittura, comunicazione e viaggi diventano i nuovi poli professionali. Qual è oggi il tuo approccio alla divulgazione del vino?
È l’approccio che io uso di solito anche negli altri argomenti, grande sincerità, curiosità e crescita professionale. Io non sono un sommelier però vengo da una famiglia che ha tradizioni di vinificatori e distillatori del Monferrato in Piemonte per cui sono sempre stato educato alla tradizione del vino e alla sua storia“.
Qual è, secondo te, il segreto per comunicare efficacemente il mondo del vino ai non addetti ai lavori in formato social e digital?
Credo che il vino debba essere comunicato con più semplicità e linguaggio diretto, perché fino a qualche anno fa su YouTube si vedevano soltanto discorsi eruditi di esperti e sommelier che creavano lontananza con chi voleva avvicinarsi al mondo del vino. I giovani sono il nuovo target da raggiungere e devono essere approcciati con il loro linguaggio, in modo semplice lasciando poi a loro il piacere di approfondire secondo i propri gusti“.
La tua passione per il vino nasce da un’eredità familiare nel Monferrato. In che modo questa radice territoriale influenza il tuo racconto del vino oggi?
Sono stato educato al vino piemontese, per cui rigoroso, puro, senza trucchi e ricordo mio padre che storceva il naso quando vedeva che un vino era soltanto minimamente passato in Barrique. Questo mi ha dato una base di conoscenze e di rigore, ma proprio grazie a quello io mi sono spostato secondo i miei gusti andando invece a scoprire i vini assemblati, i tagli e il sapore di legno, che ormai è il sapore internazionale che non si può sottovalutare e anzi porta spesso grande valore a vini che normalmente sono un po’ troppo “Scorbutici”, come la nostra amata Barbera, per esempio, che adesso è assurdo a un vino di grande pregio proprio grazie alla cura e alla incapacità di miglioramento che hanno applicato i giovani produttori piemontesi“.
Tradizione, storia, bon ton e cultura del vino con uno stile narrativo immediato firmato Roberto Parodi. Quanto è importante raccontare il vino non solo dal punto di vista tecnico, ma anche emotivo e culturale?
Direi che è fondamentale , il vino è soprattutto storia, territorio, persone, solo in questo modo lo si apprezza e ci si avvicina senza preconcetti che potrebbero modificare anche il nostro giudizio. Imparare la storia di una cantina, l’evoluzione di un vino sono fondamentali per capirne il vero significato“.
Nel panorama attuale della comunicazione enogastronomica, quale ruolo può avere la figura del divulgatore indipendente rispetto ai canali più istituzionali o accademici? In che modo si possono calare in un evento di settore?
I divulgatori indipendenti sono molto importanti perché liberi da vincoli che li porterebbero a ad avere dei giudizi un po’ troppo pilotati. Del resto questi divulgatori sono spesso creatori di contenuti sui social e per cui hanno la possibilità di finire di fronte a un target che magari non è molto esposto al vino e che invece desideroso di conoscerlo. Farlo con un linguaggio semplice e diretto rende i divulgatori Efficacissimi e il loro lavoro importante perché riesce a far avvicinare un intero target fondamentale che è quello dei giovani“.